IL TELEFONO ROSSO (06 30156298) – Salvezza del Cilento e dell’Italia.

Tratto da: “Cronache Cilentane”, numero 2 del 2006

Ma perché un’informazione scientifica, precisa e corretta sui fattori di rischio riproduttivo può salvare il Cilento e l’Italia intera? Li salva poi da che cosa?

Li salva dalla scomparsa a causa del collasso demografico, che ormai terrorizza tutti, ivi compresi i politici, che negli ultimi governi stanno tentando di limitarlo con aiuti economici: sussidi per madri non lavoratrici, per i tre figli, bonus, deduzioni fiscali, aiuti per asili nido ed il tentativo, ancora non riuscito, nonostante campagne di stampa e multe miliardarie di far abbassare il costo del latte artificiale (una mamma italiana spende in media per lo stesso latte 3 o 4 volte in più rispetto alle altre mamme europee).

Si è scoperto, infatti, che l’informazione, non vaga, ma precisa e corretta data dal Telefono Rosso alle donne, alle coppie, ai medici, farmacisti, assistenti sociali ed altri operatori sanitari e parasanitari, sui rischi di malformazione del feto, in grado di chiarire dubbi e paure, ha come effetto “secondario” di far desistere dall’interruzione volontaria della gravidanza la quasi totalità delle donne già ad essa indirizzate da operatori sanitari per il timore di un figlio malformato. In poche parole il Telefono Rosso può evitare il 99% degli aborti per motivi eugenetici che rappresentano il 20% di tutti gli aborti, legali e clandestini, e salvare così 30/40.000 bambini, sani, desiderati e amati, ogni anno dall’aborto. Nel 99% dei casi, infatti, nelle donne, già indirizzate all’I.V.G. da parte dei medici, per assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, per infezioni materne e per altri problemi della gravidanza, che chiamano al Telefono Rosso, non viene riscontrato nessun aumento del rischio riproduttivo naturale.

Il Telefono Rosso, in altre parole, si comporta come quella medicina, creata per curare una certa malattia, che si scopre essere efficacissima anche per un’altra patologia magari più grave di quella per cui era stato inventata, prodotta e commercializzata.

Esso è un rimedio, purtroppo poco conosciuto, alla deresponsabilizzazione medico-legale delle case farmaceutiche innanzitutto, che, a causa del rischio riproduttivo di base, di quasi ogni farmaco dicono che è controindicato e pericoloso in gravidanza per il feto, e di tanti medici, soprattutto di quelli di base, che non approfondiscono insieme alla donna il suo problema e la lasciano sola. A volta mette una pezza ad una e vera propria colpevole ignoranza di medici che suggeriscono ed istigano all’aborto ad es. per un esame radiodiagnostico che ha comportato per l’embrione un’assunzione di pochi decimillesimi di rad, una dose, cioè, di radiazioni decine di migliaia di volte inferiore a quella che potrebbe risultare dannosa per lui.

I dati del Telefono Rosso sui farmaci in gravidanza confermano quanto detto dal Ministero della Salute nel 2004 nell’opuscolo “Pensiamo alla Salute”, che a pag. 45 recita: “I farmaci realmente pericolosi sono pochi. Quelli che potrebbero esserlo non è detto che provochino danni al bambino…”.

A questo punto occorre porsi altre domande:

ma allora se il Ministero della Salute vuole rassicurare le donne in gravidanza, perché poi permette che nel foglietto illustrativo, chiamato anche in alcuni ambienti medici “il bugiardino”, di quasi tutti i farmaci, lascia scrivere “pericoloso e controindicato in gravidanza”, ben sapendo che a causa di ciò decine di migliaia di donne abortiscono bambini perfettamente sani e si rovinano a volte per sempre così la loro salute fisica e psichica? Come può porre rimedio a questa orrenda strage di bambini sani?

Rivolgiamo queste domande direttamente, tramite il giornale, all’attuale Ministro della Salute.

Chiediamo inoltre sempre tramite il giornale alla Regione Campania:

perché non ha nemmeno risposto alle delibere di Giunta delle Comunità Montane “Lambro e Mingardo” di Futani, “Bussento” di Torre Orsaia, “Alto Tammaro” di Castelpagano (BN) e dei comuni di Laurito, Pisciotta e Rofrano di richiesta di un’istituzione tra essa ed il Telefono Rosso di una linea verde, per garantire scelte coscienti e responsabili sulla procreazione, per rimuovere il 20% delle cause che inducono le donne all’aborto, per tutelare il diritto alla vita salvando 2000/2500 bambini ogni anno dall’aborto in Campania, per salvaguardare la salute fisica e psichica di migliaia di donne, per risparmiare circa 2.500.000 Euro di spese sanitarie per I.V.G. e per bloccare il collasso demografico dei piccoli comuni montani, atteso anche che alcuni di questi destinano fondi rilevanti per limitarlo (vedi il comune di Laviano (SA), che dà 10.000 –diecimila- euro per ogni nuovo nato)?

A riprova ancora del fatto che il Telefono Rosso può salvare un centinaio di bambini nel Cilento e decine di migliaia in Italia accludo le testimonianze di donne salvate dall’aborto dal Telefono Rosso, tra cui una lettera aperta al Ministro Storace, per la quale la signora ha dato l’assenso alla sua pubblicazione.

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